Fino a qualche mese fa, per il Ministero della Salute non esistevano prove scientifiche del ruolo protettivo che può giocare la Vitamina D nell’infezione da Coronavirus, tanto da classificare la notizia come una bufala disinformativa.
Negli ultimi mesi, però, numerosi studi scientifici hanno confermato che il mantenimento dei normali livelli plasmatici di vitamina D può giocare un ruolo nel ridurre i rischi di infezioni acute delle vie respiratorie. Perciò, potrebbe essere importante anche nel trattamento da Coronavirus. In particolar modo, gli effetti benefici della Vitamina D potrebbero essere riscontrati nel trattamento di due sintomi tipici della malattia,l’anosmia, ovvero la perdita dell’olfatto, e l’ageusia, ossia la perdita del gusto.
La vitamina D è, di fatto, un gruppo di pro-ormoni steroidei liposolubili. Le due forma più importanti sono costituite dalla vitamina D2 o ergocalciferolo, di provenienza vegetale, e dalla vitamina D3 o colecalciferolo, sintetizzata negli organismi animali a partire dal colesterolo. La vitamina D derivata dall’esposizione solare o dalla dieta, invece, è in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni chimiche per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo [1,25-(OH)2-D].
La funzione più nota della Vitamina D è quella di favorire il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso. In realtà, la vitamina D svolge anche numerose funzioni extra-scheletriche, influenzando così vari processi fisiologici e intervenendo nei confronti delle infiammazioni e del sistema immunitario.
Al di là delle numerose scuole di pensiero in merito all’uso della vitamina D per la prevenzione o il trattamento del Covid-19, la connessione tra i due è stata approfondita in numerosi studi (oltre 200 secondo Publimed).
Anche l’ISS ha condiviso le ipotesi degli studiosi del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’ISS, secondo i quali adeguati livelli di vitamina D al momento dell’infezione con Sars-CoV-2 potrebbero favorire l’azione protettiva dell’interferone di tipo I – uno dei più potenti mediatori della risposta antivirale dell’organismo – e rafforzare l’immunità antivirale innata.
Secondo lo studio “Evidence that Vitamin D Supplementation Could Reduce Risk of Influenza and COVID-19 Infections and Deaths” la vitamina D può ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio attraverso numerosi meccanismi:
– l’induzione di catelicidine e defensine che possono abbassare i tassi di replicazione virale;
– riduzione delle concentrazioni di citochine pro-infiammatorie che producono l’infiammazione che danneggia il rivestimento dei polmoni, portando alla polmonite;
– aumentando le concentrazioni di citochine anti-infiammatorie.
Sembra, dunque, evidente che gli ormai certi vantaggi della vitamina D per l’essere umano in relazione all’influenza stagionale o altri disturbi correlati, possano giocare un nuovo ruolo positivo anche nella pandemia da Covid-19.
Gesan Production dispone del kit della Vitamina D e del relativo calibratore e controllo.